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IL PRIDE E´ UN VALORE IL PRIDE E´ UN VALORE. di Delia Vaccarello

Se ogni bacio è una rivoluzione, come ha recitato lo slogan del Romapride, allora baciamo il Pride, per celebrarne il valore profondo e culturale. Solo così si può combattere la violenza contro gay, lesbiche e trans. Chi dice di lottare per nuove forme di amore non può dare mostra di contrastare l´unità.
 
I petardi al Gay Village alla vigilia del pride romano evocano l´accoltellamento avvenuto la scorsa estate ai danni di un giovane gay. Un anno nero di violenze, molestie sui bus, pestaggi nelle vie centrali della capitale. Per combatterle occorre richiamare il Parlamento al suo ruolo, ma anche essere migliori di una società che nega i diritti civili, che non riconosce l´amore dei nuclei affettivi non tradizionali.
 
Per essere migliori bisogna essere uniti e riconoscersi l´un l´altro pari valore. Non cedere al "protagonismo" che è il degrado della politica. Siamo troppo abituati a una politica che è solo spot televisivo, presenzialismo, bombardamento di slogan vuoti. Ma non funziona.
 
È imbarbarimento e basta. Una battaglia per innovare si vince se si è migliori. Scrivo dal palco alla fine di un corteo colorato e molto partecipato: ho accolto l´invito a intervistare alcune delle persone aggredite in questo anno nero perché da più di dieci anni ho messo al servizio del tema delle identità negate la mia professione di giornalista. La violenza al Gay Village non fa che rendere più urgente il bisogno che tutti mettano a disposizione le proprie risorse per combattere l´odio.
 
Ma la "rivoluzione" consiste anche nel voltare le spalle alle lacerazioni intestine . Due flash: sui media il Roma world pride del 2000 aveva come interlocutori i palazzi della politica dove si decidono le leggi di cui ancora è privo il nostro Paese. La Roma del pride 2010 ha dato sulla stampa l´immagine di essere attraversata dai veleni interni. A chi giova? Giova a coloro che, potendo decidere, lasciano ancora bianca la pagina su cui verranno scritte le leggi per i diritti civili in Italia. Permette la "deresponsabilizzazione": "ma se litigano pure tra di loro… che vogliono?", direbbe qualcuno.
 
Giova a chi deve proteggere i cittadini e non lo fa. Giova a chi alimenta l´odio. Gli attacchi omofobici e alle persone trans, come dicono le testimonianze di Mattia e di Luana dal palco, hanno un primo effetto di annichilimento. Gli aggrediti si sentono uno schifo, gente che deve nascondersi. Reagiscono reagiamo perché capita a tutti sentendo gli altri a fianco che riconoscono il nostro valore. Si risponde con la fierezza di essere non più soli, con la solidarietà che si avverte intorno. La prima riga della legge contro l´omofobia si scrive nelle coscienze.
 
Nella coscienza di chi è dentro il movimento che riconosce l´importanza di una fierezza collettiva. Nella coscienza dei politici che riconoscono la forza innovativa per la società delle unioni e delle identità non tradizionali. Questa fierezza, che è l´orgoglio del sapere amare, l´abbiamo avuto in consegna da persone scomparse, come Massimo Consoli, autore di un archivio sulle storie di omosessuali e trans che lo Stato ha acquisito. Il pride è anche loro, come dei bimbi che stanno nascendo. Il pride è di tutti, un valore per la società. Da baciare.
 
 
 
 
 
*FOTO DI GAYFREEDOM.IT


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